Inulina e microbiota intestinale

L’inulina è una fibra alimentare solubile e prebiotica, ampiamente studiata per i suoi effetti benefici sul microbiota intestinale. Come prebiotico, fornisce nutrimento ai batteri benefici nell’intestino, in particolare ai bifidobatteri e ai lattobacilli, favorendo l’equilibrio microbico e migliorando la salute dell’ospite. I bifidobatteri, come Bifidobacterium longum, Bifidobacterium bifidum e Bifidobacterium adolescentis, fermentano l’inulina e producono acidi grassi a catena corta (SCFA), che migliorano l’integrità della barriera intestinale e riducono l’infiammazione (Roberfroid, et al., 2010; Rivière, et al., 2016). I lattobacilli, come Lactobacillus acidophilus e Lactobacillus rhamnosus, utilizzano anch’essi l’inulina e contribuiscono al miglioramento della digestione e al rafforzamento del sistema immunitario (Collado, et al., 2009).

Resistenza alla digestione e fermentazione intestinale

Una delle caratteristiche principali dell’inulina è la sua resistenza alla digestione. Non viene degradata nello stomaco né nell’intestino tenue, ma raggiunge il colon, dove viene fermentata da vari batteri intestinali. Durante questo processo di fermentazione, l’inulina viene convertita in acidi grassi a catena corta, come acetato, propionato e butirrato. Gli acidi grassi a catena corta hanno diversi effetti benefici, tra cui il miglioramento dell’integrità della barriera intestinale, la modulazione dell’infiammazione e la regolazione del metabolismo energetico (Louis & Flint, 2017). Faecalibacterium prausnitzii, sebbene non utilizzi direttamente l’inulina, produce butirrato a partire dagli SCFA generati da altri batteri, contribuendo a ridurre l’infiammazione intestinale (Miquel, et al., 2013).

Benefici dell’inulina

  1. Salute digestiva: L’inulina promuove la crescita di batteri benefici come bifidobatteri e lattobacilli, favorendo una flora intestinale equilibrata. Studi clinici hanno dimostrato che l’inulina può alleviare i sintomi di disturbi digestivi, come stitichezza e sindrome dell’intestino irritabile, migliorando la consistenza delle feci e aumentando la frequenza delle evacuazioni (López-Molina, et al., 2017).
  2. Assorbimento dei minerali: L’inulina facilita l’assorbimento di minerali essenziali come calcio e magnesio. Questo beneficio è particolarmente evidente nel miglioramento della salute delle ossa, con studi che mostrano un aumento della densità minerale ossea in popolazioni a rischio di osteoporosi grazie al maggiore assorbimento di calcio nel colon (Scholz-Ahrens, et al., 2007).
  3. Regolazione del glucosio e controllo del peso: L’inulina contribuisce al controllo glicemico rallentando l’assorbimento degli zuccheri nel tratto digestivo, un fattore chiave nella gestione della sindrome metabolica e del diabete di tipo 2 (Pereira & Gibson, 2002). Inoltre, il suo effetto sulla sazietà può aiutare a regolare l’appetito e favorire una migliore gestione del peso corporeo.
inulina e microbiota intestinale
La radice di cicoria e’ una delle più importanti fonti di inulina, fondamentale per il nutrimento del microbiota intestinale.

Batteri che utilizzano l’inulina

L’inulina sostiene una vasta gamma di batteri benefici nell’intestino. Di seguito una panoramica dei principali gruppi batterici e delle loro funzioni:

  1. Bifidobacterium: Specie come Bifidobacterium longum, Bifidobacterium bifidum e Bifidobacterium adolescentis sono note per la loro capacità di fermentare l’inulina e produrre acidi grassi a catena corta come il butirrato, essenziale per la salute intestinale e la riduzione dell’infiammazione (Rivière, et al., 2016).
  2. Lactobacillus: Specie come Lactobacillus acidophilus e Lactobacillus rhamnosus sfruttano l’inulina per la loro crescita, promuovendo la digestione e rafforzando il sistema immunitario (Collado, et al., 2009).
  3. Faecalibacterium prausnitzii: Sebbene non utilizzi direttamente l’inulina, Faecalibacterium prausnitzii è uno dei principali produttori di butirrato, supportato dagli acidi grassi a catena corta generati da altri batteri, contribuendo alla riduzione dell’infiammazione intestinale (Miquel, et al., 2013).
  4. Roseburia: Questo gruppo di batteri è specializzato nella produzione di butirrato dai prodotti di fermentazione dell’inulina da parte di altri batteri, contribuendo alla salute del colon e al mantenimento della barriera intestinale (Topping & Clifton, 2001).
  5. Akkermansia muciniphila: Sebbene non utilizzi direttamente l’inulina, la sua crescita è influenzata dai cambiamenti nel microbiota intestinale indotti dalla fermentazione dell’inulina. Questo batterio è associato alla regolazione del metabolismo e alla protezione della barriera intestinale (Everard, et al., 2013).

Fonti alimentari di inulina

L’inulina è presente naturalmente in numerosi alimenti di origine vegetale. Tra questi, la radice di cicoria, l’aglio, la cipolla, l’asparago e il carciofo sono particolarmente ricchi di inulina (Roberfroid, 2005). La cicoria è una delle fonti principali utilizzate per l’estrazione industriale dell’inulina, impiegata poi in integratori alimentari per migliorare la salute intestinale.

AlimentoQuantità di inulina (per 100 g)Batteri che utilizzano l’inulina
Radice di cicoria36-48 gBifidobacterium spp., Lactobacillus spp., Roseburia spp.
Carciofo3-10 gBifidobacterium spp., Faecalibacterium prausnitzii, Roseburia spp.
Aglio9-16 gBifidobacterium spp., Lactobacillus spp., Faecalibacterium prausnitzii
Cipolla1-8 gBifidobacterium spp., Akkermansia muciniphila
Asparago2-3 gLactobacillus spp., Bifidobacterium spp.
Topinambur16-20 gBifidobacterium spp., Lactobacillus spp., Faecalibacterium prausnitzii
Banane0.3-0.7 gLactobacillus spp., Bifidobacterium spp.
Tabella riassuntiva con alimenti fonti di inulina, quantità per alimenti e batteri associati.

L’inulina è una fibra prebiotica che offre numerosi benefici per la salute intestinale e metabolica. Favorisce la crescita di batteri benefici come bifidobatteri e lattobacilli, migliora l’assorbimento dei minerali, regola i livelli di zucchero nel sangue e promuove il controllo del peso. La sua disponibilità in alimenti comuni e integratori alimentari la rende facilmente accessibile per chi desidera migliorare la propria salute intestinale e generale.


Referenze Bibliografiche

  • Collado, M. C., Isolauri, E., Laitinen, K., & Salminen, S. (2009). Effects of probiotic and prebiotic supplementation on the maternal microbiota during pregnancy and on infants’ weight gain during the first 6 months of life. British Journal of Nutrition, 101(12), 1780-1786.
  • Everard, A., Belzer, C., Geurts, L., Ouwerkerk, J. P., Druart, C., Bindels, L. B., & Cani, P. D. (2013). Cross-talk between Akkermansia muciniphila and intestinal epithelium controls diet-induced obesity. Proceedings of the National Academy of Sciences, 110(22), 9066-9071.
  • Kendall, C. W., Esfahani, A., & Jenkins, D. J. (2010). The link between dietary fibre and human health. Food Hydrocolloids, 24(1), 42-48.
  • López-Molina, D., Navarro-Martínez, M. D., Ruzafa-Costas, B., & Jiménez-Balderas, P. (2017). Effect of inulin on constipation and quality of life in older people: a randomized clinical trial. Journal of Gerontological Nursing, 43(9), 15-23.
  • Louis, P., & Flint, H. J. (2017). Formation of propionate and butyrate by the human colonic microbiota. Environmental Microbiology, 19(1), 29-41.
  • Miquel, S., Martin, R., Rossi, O., Bermúdez-Humarán, L. G., Chatel, J. M., Sokol, H., & Thomas, M. (2013). Faecalibacterium prausnitzii and human intestinal health. Current Opinion in Microbiology, 16(3), 255-261. https://doi.org/10.1016/j.mib.2013.06.003
  • Pereira, M. A., & Gibson, L. M. (2002). Effects of dietary inulin on appetite regulation and energy intake in humans. The American Journal of Clinical Nutrition, 75(5), 948-955.
  • Roberfroid, M. B. (2005). Inulin-type fructans: functional food ingredients. The Journal of Nutrition, 135(5), 1263-1266
  • Rivière, A., Selak, M., Lantin, D., Leroy, F., & De Vuyst, L. (2016). Bifidobacteria and butyrate-producing colon bacteria: importance and strategies for their stimulation in the human gut. Frontiers in Microbiology, 7, 979.
  • Scholz-Ahrens, K. E., Schaafsma, G., van den Heuvel, E. G., & Schrezenmeir, J. (2007). Effects of prebiotics on mineral metabolism. The American Journal of Clinical Nutrition, 85(2), 522S-530S.
  • Slavin, J. (2013). Fiber and prebiotics: mechanisms and health benefits. Nutrients, 5(4), 1417-1435.

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3 Commenti

  1. Tutto ciò che riguarda l’alimentazione e la salute mi interessa, ma soprattutto in relazione all’intestino e… quello che può aiutare a regolare l’appetito! Io ho sempre sempre fame!!

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